L’espressione ”corsa minimalista” si sta diffondendo notevolmente nel mondo del podismo. Semplificando il più possibile, il termine si riferisce ad una corsa che prevede l’utilizzo di calzature con uno spessore tra piede e terreno quasi inseistente, fino ad arrivare all’estremo berefooting ossia la vera e propria corsa senza scarpe.
Un esempio di calzatura sono le Five Fingers, prodotte dalla casa Vibram, caratterizzate da una suola non ammortizzata e con una forma simile a quella di un guanto a cinque dita.
<> La risposta è: <<dipende!>>
Ciò che determina i punti a favore o quelli contro è il contesto in cui vengono utilizzate.
Se dopo l’acquisto segue un percorso di rieducazione globale della camminata/corsa, attraverso esercizi specifici studiati e programmati da personale qualificato, e se il percorso di transizione verso una corsa minimalista avviene molto gradualmente, allora possono essere utili. A questo deve essere unita una rieducazione posturale nel caso in cui il soggetto presenti degli squilibri. Chiaramente, prima di arrivare alle Five Fingers conviene utilizzare gradualmente delle scarpe con uno spessore tra piede e terreno via via sempre più ridotto. Possono invece essere utilizzate liberamente per le sedute in palestra o in attività simili. In questo caso il senso di libertà, comodità e soprattutto sensibilità sarà decisamente migliore.
Concludendo, è doveroso sottolineare che una tecnica di corsa corretta è indispensabile non solo per chi si cimenta in questa filosofia minimalista, ma per qualsiasi persona che corre.
Marco Facci